Introduzione
Succede più spesso di quanto si ammetta: finisci un intervento, il cliente accende il riscaldamento e un radiatore resta tiepido o gelido. Richiamo, tempo perso, margine che evapora. In questa guida vediamo perché accade, come riaprire il flusso in modo strutturato e come prevenire il problema al prossimo lavoro. Con passaggi semplici, valori di riferimento e esempi di cantiere che puoi applicare oggi.
Indice
Punti Chiave
- La triade delle cause è quasi sempre la stessa: aria, blocchi di flusso o portata insufficiente. Affrontale in quest'ordine e tagli i richiami.
- Valori utili: pressione a freddo 1.0–1.5 bar (case fino a 2 piani), delta T radiatore 10–20 °C, mandata tipica caldaia 60–70 °C, pompa a prevalenza adeguata con bypass ~0.2–0.3 bar.
- Uno spurgo completo per corpo scaldante richiede in genere 2–5 minuti; un micro-lavaggio localizzato 30–60 minuti con scarico dei fanghi.
- Filtrazione/defangazione e trattamento acqua (UNI 8065) riducono in modo significativo i corpi freddi e prolungano la vita del circolatore.
- Documentare e farti firmare interventi e assunzioni riduce il ping‑pong con il cliente e ti evita rientri da 1–2 ore.
Il Problema: Perché Succede E Perché Conta
Molti installatori riportano che i radiatori freddi dopo un intervento sono quasi sempre legati a aria intrappolata, passaggi parzialmente chiusi o impostazioni di portata errate. Il risultato? Ambienti che non raggiungono setpoint, clienti nervosi e rientri non fatturati. È comune che il problema emerga dopo modifiche locali (sostituzione valvole, aggiunta termoarredo, spurghi non completi) o dopo avviamento stagionale.
- Impatto operativo: ogni richiamo costa tipicamente 60–120 minuti tra spostamenti, spurghi e test.
- Impatto tecnico: circolatore che lavora contro valvole chiuse, rischio cavitazione, sbilanciamenti a catena sugli ultimi terminali.
Ecco un percorso di diagnosi che funziona in campo, con valori alla mano.
Soluzione 1: Aria Nel Radiatore O Nelle Colonne
Il problema in breve
L’aria sale, riduce la superficie bagnata dello scambiatore e taglia la resa. Classico: radiatore caldo in basso e freddo in alto.
La soluzione passo‑passo
- Verifica pressione a freddo: per impianti domestici fino a 2 piani, 1.0–1.5 bar è un intervallo pratico. Oltre 2 piani, spesso serve 1.5–2.0 bar per superare la quota del radiatore più alto.
- Spurgo radiatore: apri lo sfiato fino a flusso d’acqua continuo senza bolle. Durata tipica: 2–5 minuti per corpo.
- Ripristina pressione: dopo lo spurgo, torna al valore target (non lasciare impianto a <1.0 bar a freddo).
- Sfiati automatici: controlla cappellotti e perdite. Se vecchi/inceppati, valuta sostituzione.
- Riavvio: porta la mandata a regime (es. 60–70 °C su caldaia tradizionale) e ricontrolla delta T.
Esempio reale
Bagno piano primo, termoarredo tiepido sopra. Pressione iniziale 0.7 bar. Spurgo 3 minuti, integrazione a 1.3 bar, sfiato automatico su collettore serrato e riattivato. Raggiunta temperatura ambiente in 40 minuti senza ulteriori rientri.
Soluzione 2: Blocchi Di Flusso (Valvole, Detriti, Filtri)
Il problema in breve
Valvole termostatiche con pistoncino bloccato in chiusura, detentori chiusi dopo lavori, filtri sporchi o detriti nel detentore. Sintomo tipico: radiatore completamente freddo anche con mandata calda.
La soluzione passo‑passo
- Valvola termostatica: rimuovi la testa, spingi delicatamente il perno. Se è grippato, sblocco meccanico e lubrificazione; rimonta e testa.
- Detentore: conta i giri dall’attuale posizione, apri gradualmente fino a vedere ritorno caldo; annota per il bilanciamento.
- Filtri: pulisci filtro a Y/defangatore magnetico. Acqua molto scura e limacciosa indica fanghi: programma micro‑lavaggio (30–60 minuti per zona).
- Senso di flusso: verifica che mandata/ritorno non siano invertiti (il radiatore scalda in alto ma non “scarica” in basso).
Esempio reale
Sostituita valvola TRV su soggiorno: radiatore freddo. Pistoncino piantato; sbloccato in 5 minuti, detentore riaperto di 1,5 giri, filtro a Y con deposito metallico rimosso. Ritorno caldo in 10 minuti e delta T stabilizzato a 12 °C.
Soluzione 3: Portata E Bilanciamento Che Non Tornano
Il problema in breve
Portata insufficiente sul ramo o eccesso di bypass. Classico: ultimi radiatori freddi, primi bollenti, pompa silenziosa ma circuito sbilanciato.
La soluzione passo‑passo
- Delta T: misura mandata/ritorno al radiatore. Un intervallo pratico è 10–20 °C. Delta T troppo basso su radiatori vicini alla caldaia suggerisce eccesso di portata lì e carenza più lontano.
- Lockshield (detentori): strozza progressivamente i primi terminali per ridistribuire portata verso gli ultimi. Procedi a mezzo giro e attendi 10–15 minuti tra un aggiustamento e l’altro.
- Pompa: su pompe modulanti imposta una curva che garantisca prevalenza sufficiente all’ultimo ramo, evitando oscillazioni. Se presente, regola il bypass automatico intorno a 0.2–0.3 bar.
- Monotubo vs. bitubo: sui monotubo, assicurati che i by‑pass dei derivatori non cortocircuitino il circuito; sui bitubo, controlla le strozzature di ogni detentore.
Esempio reale
Villetta bitubo, ultimo radiatore zona notte freddo. Delta T primi radiatori 5 °C, ultimo oltre 25 °C. Ridotti di 1 giro i detentori delle prime due colonne, aumentata la prevalenza pompa di uno step. Dopo 20 minuti, delta T uniformato a 14–16 °C e comfort ripristinato.
Soluzione 4: Generatore, Termostati E Parametri Di Mandata
Il problema in breve
A volte il radiatore è “innocente”: è il generatore o il controllo a tagliare la resa. Mandata troppo bassa, priorità ACS prolungata, curve climatiche errate o valvole di zona invertite.
La soluzione passo‑passo
- Mandata: per radiatori con caldaia tradizionale, 60–70 °C è un campo tipico. Con pompe di calore in bassa temperatura, spesso 45–55 °C (valuta le dimensioni dei corpi). Se la mandata è troppo bassa, alza temporaneamente per test di resa.
- Priorità ACS: verifica che la caldaia non resti “catturata” sulla produzione sanitaria. Riduci il tempo di priorità o posticipa ciclicamente.
- Zone: conferma il verso delle valvole di zona e la corretta apertura del motore. Una valvola invertita manda in ricircolo locale senza alimentare il ramo.
- Termostati: isteresi e posizionamento. Un cronotermostato vicino a un radiatore sovradimensionato spegne troppo presto e lascia gli altri tiepidi.
Esempio reale
Appartamento con cronotermostato in corridoio adiacente a termoarredo potente. Mandata impostata a 45 °C con caldaia tradizionale. Aumentata mandata a 65 °C per test, spostato sensore ambiente di 2 metri, tarata isteresi a 0.5 °C. Tutti i radiatori in temperatura in 35 minuti.
Prevenzione: Chiudere Lavori Senza Richiami
Checklist pratica di fine lavoro
- Spurgo sequenziale dal punto più alto a quello più basso; reintegro a 1.0–1.5 bar a freddo (adatta ai piani reali).
- Verifica delta T su 2–3 terminali “primi” e su 1 “ultimo”; cerca 10–20 °C come riferimento.
- Pulizia filtro/defangatore e foto dell’acqua scaricata se torbida (ottimo per educare il cliente).
- Etichette su detentori con numero di giri impostati; foto al volo per dossier.
- Parametri generatore salvati: mandata riscaldamento, priorità ACS, curva climatica.
- Nota in documento di consegna: suggerimento di trattamento acqua e filtrazione secondo le raccomandazioni della UNI 8065.
Come documentare e farti approvare sul posto
- Usa Donizo per catturare a voce, testo e foto la diagnosi e gli aggiustamenti fatti (es. “detentore camera: +1 giro; mandata test 65 °C; filtro pulito”).
- Genera la proposta o il rapportino in PDF brandizzato e invialo subito via email con accesso al portale cliente.
- Fatti firmare in digitale con e‑signature e, se l’intervento è a pagamento, converti l’accettazione in fattura in un clic con tracciamento pagamento. Meno telefonate, meno equivoci, più tempo in cantiere.
Diagnosi rapida: sintomo → causa probabile → azione
| Sintomo | Causa probabile | Azione consigliata |
|---|
| Caldo in basso, freddo in alto | Aria nel corpo | Spurgo 2–5 min, reintegro a 1.0–1.5 bar |
| Completamente freddo | Valvola/Detentore chiuso o bloccato | Sblocca pistoncino TRV, apri detentore, verifica senso flusso |
| Primi bollenti, ultimi freddi | Sbilanciamento portate | Strozza primi detentori, alza prevalenza, regola bypass 0.2–0.3 bar |
| Tiepido ovunque | Mandata bassa/Priorità ACS | Alza mandata (es. 60–70 °C su caldaia), limita priorità ACS |
| Rumori e resa altalenante | Fanghi/filtri sporchi | Pulisci filtro, micro‑lavaggio 30–60 min |
Domande Frequenti
Qual è la pressione giusta dell’impianto a freddo?
In generale, 1.0–1.5 bar per abitazioni fino a 2 piani funziona bene. Su 3 piani o con colonne alte, spesso serve 1.5–2.0 bar per spingere l’acqua al radiatore più alto. Evita pressioni troppo elevate: stressano valvole e valvola di sicurezza.
Come sblocco una valvola termostatica bloccata?
Rimuovi la testa, premi il perno con cautela finché rientra e torna elastico. Una goccia di lubrificante tecnico può aiutare. Se resta piantato o perde, sostituisci il corpo valvola.
Qual è il delta T ideale su un radiatore?
È comune lavorare con 10–20 °C tra mandata e ritorno a regime. Delta T molto basso vicino alla caldaia e molto alto agli ultimi terminali indica sbilanciamento di portata.
Quando serve un lavaggio dell’impianto?
Se l’acqua è nera/viscosa, filtri si sporcano rapidamente, i radiatori scaldano a macchie o il circolatore “canta”, un micro‑lavaggio di zona (30–60 minuti) o un lavaggio più profondo programmato fuori stagione è una buona idea.
Che mandata impostare?
Con caldaie tradizionali, spesso 60–70 °C sui radiatori standard. Con pompe di calore servono radiatori adeguati e mandata più bassa, tipicamente 45–55 °C. Usa un test temporaneo per confermare la resa e poi ottimizza.
Conclusione
Radiatori freddi dopo i lavori non sono un enigma: aria, blocchi e portata spiegano la grande maggioranza dei richiami. Con valori di riferimento chiari (pressione 1.0–1.5 bar, delta T 10–20 °C, bypass 0.2–0.3 bar) e una sequenza operativa semplice, riporti calore e serenità senza bruciare margine. Documenta subito ciò che hai fatto: con Donizo puoi dettare dal sito, generare una proposta/rapportino in PDF, fartela firmare in digitale e trasformarla in fattura in un clic. Meno scuse, più incassi, clienti soddisfatti.